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  • Immagine del redattoreJuz

Il Post Covid e il cambiamento che tutt* dobbiamo attuare


La quarantena come punizione divina.


Dopo mesi durissimi, fra quarantena e perdite, umane e di libertà personale, si sta riprendendo con la vita "normale" di prima.

Il problema esasperante è che è proprio quella vita normale, quello stile di vita, che porta con sé le concause di questa esperienza, che rivivremo sempre di più se non capiamo che il problema, e parte della soluzione, siamo noi!

Il problema è il nostro stile di vita, fatto di consumi che non possono tenere il passo con la sopravvivenza della nostra stessa specie in Natura.

Siamo tanto carini che facciamo gli eco-chic, lamentandoci senza mettere in campo, prima di tutto in noi stessi, i cambiamenti che vogliamo che i nostri politici, la nostra società e il nostro sistema economico attuino.

Anche perché il problema non è per la Natura, la Natura risorgerà sempre e sa difendersi, siamo noi che abbiamo i minuti contati.


Dobbiamo cambiare noi!

Dobbiamo cambiare noi, perché noi siamo la società, come noi siamo l'economia ed i nostri discutibili politici sono il risultato delle nostre tendenze.

Quando un politico dice una cosa non è perché la sente ma perché vede che in quel preciso "momento" quel tema è caldo e crea consenso, vuol dire che il problema non sono i politici ma noi tutte e tutti. Sto parlando di una classe politica che purtroppo invade come un virus i nostri luoghi istituzionali in cui il momento è più importante della riflessione sul futuro delle nostre vite.

Quando ci lamentiamo del capitalismo (della sorveglianza) e non smettiamo di acquistare i devices, o di stare sui social a produrre informazioni, o peggio, crediamo che avere un’intelligenza artificiale che ci ascolta tutto il giorno per alzare o abbassare il volume dello stereo sia "in", vuol dire che il problema siamo noi.

In questo nuovo modello di "sviluppo" pochissime persone si appropriano di quel surplus del capitale per fare profitto, alle spalle di chi produce quelle informazioni, noi, che vendono alle aziende che devono fare profitto.

COVID-19

Quando sento le persone lamentarsi delle mascherine, come se fossero delle punizioni divine, chiedo loro se si sono informate sul perché tutto ciò è successo e se hanno attuato loro dei cambiamenti.

Di colpo si sentono privati di quella culla, l'ignoranza, che fa vivere le persone tranquillamente, certo, perdendo di colpo la possibilità di vedere i propri cari, di andare a prendere da bere con gli amici, di fare associazionismo, di protestare e di cercare di cambiare le cose, si sentono perse e persi.


La responsabilità certe volte è un peso ma è il prezzo da pagare per liberarsi.


Il Covid-19 per esempio è l'esemplificazione del nostro impatto economico sulla Natura: se vogliamo continuare a mangiare carne, pesce e derivati come se fosse una cosa assolutamente normale mangiare 5 volte al giorno proteine di origine animale, allora ci meritamo tutti i futuri Coronavirus.

In un'epoca in cui tutte e tutti possono informarsi (basta smettere di farsi selfie da mettere su Instagram e cliccare sul motore di ricerca cause Covid-19 cercando di schivare tutti gli articoli complottisti) non si può più accettare che il mondo torni come quello di prima.

Perché è proprio quel prima che è la causa di tutto ciò che stiamo vivendo.

A tal proposito segnalo questa lettura:

https://www.agireora.org/vegan/coronavirus-allevamenti-3262.html . E dobbiamo lottare per far sì che il “prima” non torni, dobbiamo lottare affinché l'economia si renda conto che bisogna cambiare.


Il Vampiro di Marx.


Il capitalismo è un Vampiro: si ciba di noi, e siamo noi che dobbiamo cambiare, perché è illusorio e stupido pensare che un Vampiro non faccia il Vampiro.

Dobbiamo cambiare noi stessi, chiederci perché consumiamo, cosa consumiamo, come questi consumi pesano nella nostra società, e se non vogliamo farlo per noi, almeno facciamolo per i nostri figli e nipoti: dobbiamo prendere coscienza di come i nostri consumi si ripercuotono su come vivremo.

Bisogna andare oltre il “momento”, oltre ai sondaggi che fanno ripetere frasi vuote ad una determinata classe politica, dobbiamo non dare più credito a chi ripete quello che vogliamo sentirci dire, per rimanere in quello stato beato che è l’ignoranza.


La presa di coscienza come primo vero atto di libertà.


Un esempio di come funziona la presa di coscienza dei consumi in economia: se noi non smettiamo di pensare che avere la carne di pollo a 4 € al kg oppure le alette di pollo fritte a 1 € nei fast food (e un euro non copre solo la vita di quel pollo, ma copre gli stipendi di chi ha lavorato nell'azienda di "produzione" di alette di pollo, copre la logistica e i trasporti della "merce", copre lo stipendio, seppur misero, del dipendente del fast food) allora non cambieremo le nostre vite.

Finché noi non smettiamo di comprare un tipo di prodotti il Vampiro non sentirà l'esigenza di cambiare i processi produttivi.

Ma se noi smettiamo di mangiare prodotti di origine animale i campi di soia nel mondo destinati agli animali da macello saranno riconvertiti alla soia per produrre cibo per vegani.

Il Vampiro continuerà a fare il Vampiro, ma almeno noi avremo la coscienza più pulita e potremo alzare la voce, insieme, per risvegliare le coscienze altrui.


Il Vampiro alla fine siamo noi: è una nostra ombra!


Certo, lo sfruttamento sarà sempre da lottare, perché il Vampiro fa il Vampiro, ma almeno non produrremo, con il nostro stile di vita, un impatto ambientale che causerà la distruzione della nostra vita sul pianeta.

Come dico sempre, non puoi lottare se non con il cuore pulito, altrimenti porti rabbia e violenza nel mondo, che può essere un mezzo provvisorio, ma non la soluzione a lungo termine.

È una questione morale, etica e sociale esigere che non si torni mai al mondo di prima. Lavorando su noi stessi, sui nostri valori, sul chi vogliamo essere nella vita.

Perché alla fine, il Vampiro siamo noi, si ciba delle nostre energie, nelle nostre ombre, dell’illusione del successo e del progresso, dell’illusione che comprare di più, spendere di più denoti un maggiore valore alla propria vita.


I vuoti esistenziali e l’euforia della ricezione del pacco a casa!


Sento ancora persone di 30’anni dire che il loro obiettivo di vita è fare carriera, comprare auto o farsi debiti per acquistare oggetti, o case, oltre le proprie esigenze reali.

Tutto ciò per evitare di sentire i propri vuoti interiori, e il Vampiro lo sa e anestetizza i nostri cuori e cervelli dandoci l’euforia, continua e ormai parossistica, del bambino a Natale che si scorda, per pochi minuti, del fatto che i suoi genitori litigano sempre perché loro gli hanno regalato un nuovo giocattolo: i nostri nuovi Babbi Natale sono i corrieri.


I vuoti interiori non si riempiono così.


Tutto questo articolo serve solo per dire: non lamentiamoci delle mascherine se non cambiamo noi stessi, per primi!



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